Sempre più evidente che il vero obiettivo è l’eliminazione fisica di Gheddafi
di Iglis Restani
Il recente dibattito parlamentare, se di dibattito si può parlare , sull’intervento militare in Libia ,è la dimostrazione della mancanza di una forza politica che abbia una posizione autonoma in politica estera , nazionale e nello stesso tempo europea. E’ vero che la Lega ha fatto inserire nella mozione della maggioranza l’impegno alla ricerca di una soluzione politica,la definizione di un termine per le operazioni militari, l’esclusione di azioni militari sul terreno e di non aumentare le tasse per sostenere questo intervento , ma tutto questo è troppo poco per invertire la pericolosa rotta su cui l’Italia si è imbarcata. Prova ne è che il ministro degli esteri Frattini ha avuto buon gioco nel suo incontro con la segretaria di stato Clinton, successivo al voto in Parlamento , nel ricordare che la data della cessazione dei combattimenti sarà concordata con la NATO e gli alleati internazionali.
Voto parlamentare che il nostro capo dello stato avrebbe cercato di evitare visti gli impegni da lui assunti il 9 marzo scorso quando riunì il Consiglio superiore di Difesa che sancì il nostro intervento militare in Libia . Voto parlamentare che ha visto la maggiore forza di opposizione , il PD, sostenere l’intervento militare con l’astensione di 7 parlamentari per lo più cattolici e la sola Italia dei valori votare contro i bombardamenti.
Da più parti si è arrivati alla considerazione che questa guerra è contraria agli interessi del nostro paese , le indagini statistiche dicono che 3 italiani su 4 sono contrari , perchè allora siamo coinvolti in questo conflitto ? Ancora una volta si ripresenta la questione : l’Italia è in grado di avere una politica estera autonoma oppure , per accordi del passato sconosciuti al popolo italiano, deve allinearsi alle decisioni degli USA ?
Nel giro di pochi giorni, alla fine di aprile , dopo l’incontro con il senatore Kerry ed una successiva telefonata del presidente degli USA ,il presidente del Consiglio Berlusconi è passato dal “mi dispiace per Gheddafi “ e “ non abbiamo bombardato e non bombarderemo “ , all’invio degli aerei Tornado. Cosa c’è stato dietro questo voltafaccia ? Quali sono state le condizioni poste da Obama nella sua telefonata ? E perchè si è tornato a parlare di lui come possibile successore di Napolitano alla Presidenza della Repubblica ?E ancora , cosa c’è stato dietro al cedimento a Sarkozy ?
Questi interrogativi restano sospesi e gettano dubbi profondi tra la gente comune e negli stessi militanti dei partiti sia di maggioranza che della cosiddetta opposizione , dubbi che la votazione delle mozioni in Parlamento non ha affatto chiarito.
L’allineamento di Berlusconi alle decisioni di Washington , dopo la telefonata di Obama, ricorda un’altra telefonata, quella che nel 1999 l’allora presidente degli USA Clinton fece all’allora presidente del Consiglio italiano D’Alema ordinando i bombardamenti sulla Serbia che iniziarono senza nemmeno un dibattito parlamentare.
La scelta del governo Berlusconi , caldeggiata da Frattini e da La Russa , di sostenere quale unico governo legittimo quello dei ribelli di Bengasi , oltre a distruggere il lavoro diplomatico che aveva portato alla firma del trattato di amicizia tra Italia e Libia nel 2008 , riporta il nostro paese all’uso pericoloso della forza militare ed alla politica coloniale del passato.
Il fatto che il Presidente della Repubblica intervenga ripetutamente sugli impegni da mantenere in questa guerra fa pensare a una specie di vigilanza sul governo perchè gli accordi con l’amministrazione USA e con la NATO vengano mantenuti. I suoi richiami al fatto che i bombardamenti sono “ il naturale sviluppo “ della risoluzione dell’ONU nascondono che, come riconosciuto ormai anche da autorevoli giornalisti , il vero obiettivo è l’eliminazione di Gheddafi .
La situazione internazionale si fa abbastanza complessa .Da una lato in Nord Africa abbiamo assistito ad un risveglio dei popoli ed in alcuni paesi , come in Egitto ed in Tunisia , continuano le lotte iniziate mesi fa per migliori condizioni di vita .Dall’altro lato vi sono le manovre delle grandi potenze e molte cose non sono chiare , ad esempio chi finanzia i ribelli di Bengasi , quali sono gli obiettivi delle rivolte in Siria e perchè l’amministrazione Obama ha deciso di eliminare BinLaden.
La necessità per l’Italia e per l’Europa di avere una politica estera autonoma , svincolata da Washington e dalle mire neocoloniali di Sarkozy e Cameron , è più che mai all’ordine del giorno , stare dentro a questa guerra in Libia è la cosa peggiore che il nostro paese possa fare .
L’unica prospettiva politica positiva e vincente nel lungo periodo è invece quella della collaborazione economica basata sul reciproco vantaggio e su piani concordati di sviluppo tra l’Europa e quei paesi , l’unica anche in grado di equilibrare il fenomeno dell’immigrazione.
L’Africa , L’Unione Africana , è una realtà in sviluppo , vi sono già progetti di costituire un Fondo africano per lo sviluppo ed anche la creazione di una moneta comune che andrebbe a sostituire in alcuni paesi una moneta legata al franco francese e che , oltre al petrolio , è molto probabilmente l’altro vero motivo dell’intervento militare della Francia contro Gheddafi. L’Unione africana ha avanzato una proposta che prevede la cessazione delle ostilità in Libia ed elezioni politiche , perchè il governo Berlusconi non la prende in considerazione e la porta in discussione nell’Unione Europea ? Perchè il nostro ministro degli esteri va a concordare gli aiuti ai ribelli di Bengasi nel cosiddetto gruppo di contatto presieduto dalla signora Clinton, ovvero i paesi che partecipano all’intervento militare ed in cui spiccano gli sceicchi del Qatar che finanziano l’operazione ?
Perchè il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica non spendonoqualche parola di saggezza per chiedere la fine delle ostilità ?
Chiunque abbia a cuore la pace nel Mediterraneo ed una politica di collaborazione con i paesi africani deve fare sentire la sua voce , trovare il modo di aggregarsi , di denunciare l’intervento militare in Libia come una guerra coloniale e di costruire una opposizione a questa guerra .