Mancano i soldi per finanziarla ma per le bombe in Libia i soldi ci sono

                                                                            di Andrea Acierno

La metropolitana di Salerno non potrà mai andare in funzione per non essere utile alla collettività(!!!)….la cui spesa di gestione sarebbe esorbitante rispetto al ritorno economico: «Giusto dunque non finanziarla, visto che siamo anche in un periodo di crisi economica e dobbiamo razionalizzare al massimo la spesa pubblica».

La notizia si può apprendere solo dai di giornali (corriere del mezzogiorno del 29/4/11) ma ad affermarlo è Caldoro governatore della Campania del PdL.

Le domande più ricorrenti per questo spreco di denaro pubblico sono: pagherà mai qualcuno per quest’opera che ha impegnato anni di risorse? Perché non ci hanno pensato prima?

Queste domande giuste guardano però al risultato finale. La causa di questo sperpero di denaro pubblico credo che vada ricercata nel fatto che il trasporto ferroviario sia stato liberalizzato, come altri servizi pubblici, per la sola convenienza del ritorno economico, trasformando l’utilità dei servizi pubblici a carattere sociale in inutilità per il mercato.

Fanno eccezione quei servizi pubblici che portano utili economici (nella sanità e nella scuola, sotto la spinta delle privatizzazioni, nelle ferrovie con le società AV ad es.): invece la metropolitana di Salerno, a detta di Caldoro, non ne produce (infatti rappresenta solo un’esigenza delle persone che hanno bisogno di attraversare tutta la città! Una valutazione più attenta però sul miglioramento ambientale, sui minori incidenti stradali ecc. forse lo avrebbe fatto ricredere, considerando le minori spese delle casse regionali per la salute delle persone!).

Con questa logica la liberalizzazione consente e giustifica, quasi fosse una regola matematica, la svendita o l’abbandono delle strutture pubbliche considerate non remunerative, senza bisogno di cercare colpevoli nel passato per le opere costruite, si con denaro pubblico, ma secondo la concezione diversa(!?) dell’utilità sociale.

Dunque il libero mercato del trasporto ferroviario, invocato come regolatore naturale della qualità e dei prezzi da economisti, finanzieri, imprenditori, politici (quasi sempre anche con assenso dei sindacati), nel trasporto sociale decade dal suo ruolo di regolatore economico a disastro per la collettività: i suoi sostenitori dimenticano infatti di aggiungere che il mercato serve soprattutto a portare profitti e senza questa clausola non avrebbe senso! La metropolitana di Salerno pare costruita apposta per dimostrarlo!

E’ ingiusto dire però che la metropolitana non funzionerà mai per la sola volontà di un uomo.

Le conclusioni a cui lui è giunto vengono da lontano, quando forse faceva ancora il pendolare con i treni, ed i responsabili di certe scelte sul trasporto pubblico venivano fatte da altri: partendo dalla legge 210/85 di riforma delle FS, allo “spezzatino ferroviario” con le direttive Prodi e D’Alema a cui si ribellarono i ferrovieri, alle liberalizzazioni di Bersani in nome della libera concorrenza, all’accondiscendenza politica e sindacale……

Per questo Caldoro ha potuto sentenziare che il metrò di Salerno, pur risolvendo quasi del tutto i problemi del traffico automobilistico, come auspicavano i salernitani, non sia utile alla collettività !

La gestione del servizio affidata a Trenitalia sarebbe stata di circa tre milioni di euro l’anno (circa 250 mila euro al mese n.d.r.) considerata da Caldoro una cifra esorbitante nel richiamarsi alla razionalizzazione della spesa pubblica. Ma qui si tocca un altro capitolo: dimenticando che l’Italia è in guerra contro la Libia non pare che si sia posto il problema (d’altronde nemmeno altri politici) dei costi dei bombardamenti e del mantenimento di uomini e mezzi che vi prendono parte!

Da “Il Foglio” del 29 aprile si apprende che questa guerra potrà costare alle tasche degli italiani più di un miliardo di euro, mentre le bombe che lanciano variano dai 30/40 mila euro ciascuna fino ad un milione!

In un periodo di crisi quale priorità deve essere data alla spesa dei pochi soldi pubblici? Quella di lanciare bombe a sbafo razionalizzando la spesa pubblica per i servizi sociali ai cittadini? Il costo di quattro/cinque bombe, utilizzate per massacrare le persone in pochi secondi, darebbe invece il beneficio per un mese intero ai 150 mila cittadini salernitani utenti della metropolitana!

L’utilizzo a fine benefico del denaro pubblico non dovrebbe quindi essere impossibile da parte di chi ricopre ruoli pubblici, anche se ciò dovesse comportare un atteggiamento contro la guerra e i suoi costi, altrimenti si sta dalla parte del popolo italiano solo a chiacchiere!