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Il ricatto della multinazionale Electrolux e la democrazia in fabbrica

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Avevamo scritto tempo fa :Elecrolux,un’altra FIAT? Dopo l’incontro ai primi di aprile al Ministero dello sviluppo economico in cui sembrava tutto o quasi a posto,con l’intervento del governo per ridurre i carichi fiscali per i contratti di solidarietà e a cofinanziare alcuni investimenti ,ecco infine la multinazionale che arriva a ciò che era normale aspettarsi da una multinazionale cioè alle richieste di riduzione dei premi salariali,di pause più brevi per i bisogni corporali,di aumento delle velocità nelle catene di montaggio,già aumentate in precedenza,da un frigorifero ogni 45 secondi a uno ogni 39,più un ridimensionamento delle ore retribuite di assemblea e dei permessi sindacali.In più l’azienda ha ribadito che entro il 2018 dovranno andarsene 1200 esuberi ,a questo servono in definitiva i “contratti di solidarietà”.

Marchionne insegna insomma.Ci si poteva aspettare qualcosa di diverso?Evidentemente chi,da qualche posizione politica di rilievo e da qualche segreteria sindacale aveva parlato di “prospettive positive di soluzione della vertenza” e magari pensato che ormai si potevano togliere i campers davanti agli stabilimenti,se lo aspettava  oppure  si stava  già preparando a sbandierare come “risultato positivo” se  si arriverà ad un accordo in cui invece di 3 pause in meno saranno solo due,se invece di 39 secondi a frigorifero saranno 41,se invece di una riduzione del 40% dei premi sarà del 25% ,se i posti di lavoro in meno,i cosiddetti esuberi,invece di 1200 saranno 900 e via di questo passo come è accaduto negli ultimi anni.

  Del resto un fatto gravissimo avvenuto mercoledì 9 aprile nello stabilimento di Solaro,alle porte di Milano,lasciava intravvedere il vero atteggiamento della Electrolux nei confronti dei lavoratori. Il sindacato Federazione lavoratori metalmeccanici Uniti aderente alla C.U.B.,Confederazione Unitaria di Base,i cui rappresentanti eletti nella Rappresentanza Sindacale Unitaria avevano ottenuto i maggiori consensi tra gli operai, aveva indetto una assemblea per fare il punto della situazione e proseguire l’agitazione.Per tutta risposta la direzione ,per impedire l’assemblea,aveva chiamato i carabinieri che avevano portato il responsabile di questo sindacato fuori dai cancelli.Bene hanno fatto i lavoratori a scendere in sciopero contro questa azione antisindacale e,a distanza di una settimana,il gioco è risultato chiaro:la  “disponibilità” dell’azienda nell’incontro con il governo pretendeva che i presidi davanti agli stabilimenti Electrolux fossero tolti e impedite assemblee fastidiose in modo da far passare poi la seconda parte dell’accordo che abbiamo descritto sopra.

  Su questo fatto gravissimo che è stato fatto passare sotto silenzio  occorre invece   una profonda riflessione.Non soltanto si è tentato di impedire il diritto di assemblea e di sciopero con l’intervento delle  forze dell’ordine ma è stato condotto un attacco alla libertà sindacale almeno per ora prevista dalla Costituzione .La costituzione ed anche lo Statuto dei lavoratori , benchè questo sia stato in parte snaturato ,non prevedono sindacati di serie A e sindacati di serie B lasciando libera scelta ai lavoratori .Se passa il concetto che il diritto di assemblea,di sciopero e di organizzazione sindacale è concesso da parte delle aziende solo a certi sindacati con cui vengono firmati certi accordi e non ad altri che quegli accordi non accettano,nonostante come gli altri abbiano iscritti e siano eletti dai lavoratori,i diritti fondamentali dei lavoratori vengono calpestati,sarà il padrone,com’è nella logica del padronato, a scegliersi il sindacato.

  Nel momento in cui ,nella trattativa che si è tenuta al Ministero dello sviluppo economico ed in altre sedi,un sindacato viene tenuto fuori dalla porta nonostante rappresenti una parte dei lavoratori e nessuno si oppone,non siamo più in democrazia,siamo in una dittatura strisciante.E se questo fatto al momento può far comodo a certi dirigenti dei maggiori sindacati per evitare qualche voce fuori dal coro,in futuro,come è già accaduto per alcune categorie vedi FIOM ma domani potrebbero essere i sindacati dei pensionati completamente ignorati dal governo Renzi, si ritorcerà anche contro i loro iscritti .

 Ci sono fatti la cui importanza riguarda tutti i lavoratori,tutto il mondo del lavoro e quanto successo a Solaro è uno di quei fatti.La lotta per il lavoro si è sempre accompagnata alla lotta per la democrazia,nei luoghi di lavoro,nelle scuole,nella società.

Ormai il gioco della multinazionale Electrolux è chiaro,prendere più incentivi possibili,spremere i lavoratori il più possibile,l’errore fu quello di cedere gli ex-stabilimenti Zanussi senza garantire una presenza dei produttori nazionali e del governo nazionale e con determinate condizioni da rispettare.L’errore è anche che non esistono regole all’interno della Unione Europea che impediscano alle multinazionali di comportarsi come dei predatori,ma gli errori si possono correggere con la lotta dei lavoratori e con scelte politiche coraggiose che difendano il lavoro italiano.L’unica vera alternativa di lungo respiro alla strategia di Electrolux è quella di rilevare gli stabilimenti della multinazionale e ricreare un polo nazionale degli elettrodomestici associando i produttori del settore e tutte le ricche competenze che esistono nel nostro paese.

 

                                                                                             dal nostro corrispondente

 

 

 

Avevamo scritto tempo fa :Elecrolux,un’altra FIAT? Dopo l’incontro ai primi di aprile al Ministero dello sviluppo economico in cui sembrava tutto o quasi a posto,con l’intervento del governo per ridurre i carichi fiscali per i contratti di solidarietà e a cofinanziare alcuni investimenti ecco infine la multinazionale che arriva a ciò che era normale aspettarsi da una multinazionale cioè alle richieste di riduzione dei premi salariali,di pause più brevi per i bisogni corporali,di aumento delle velocità nelle catene di montaggio,già aumentate in precedenza,da un frigorifero ogni 45 secondi a uno ogni 39,più un ridimensionamento delle ore retribuite di assemblea e dei permessi sindacali.In più l’azienda ha ribadito che entro il 2018 dovranno andarsene 1200 esuberi ,a questo servono in definitiva i “contratti di solidarietà”.

Marchionne insegna insomma.Ci si poteva aspettare qualcosa di diverso?Evidentemente chi,da qualche posizione politica di rilievo e da qualche segreteria sindacale aveva parlato di “prospettive positive di soluzione della vertenza” e magari pensato che si potevano togliere i campers davanti agli stabilimenti lo aveva pensato oppure si si prepara già a sbandierare come “risultato positivo” se invece di 3 pause in meno saranno solo due,se invece di 39 secondi a frigorifero saranno 41,se invece di una riduzione del 40% dei premi sarà del 25% e via di questo passo.

  Del resto un fatto gravissimo avvenuto mercoledì 9 aprile nelloo stabilimento di Solaro,alle porte di Milano,lasciava intravvedere il vero atteggiamento della Electrolux nei confronti dei lavoratori. Il sindacato Federazione lavoratori metalmeccanici Uniti aderente alla C.U.B.,Confederazione Unitaria di Base,i cui rappresentanti eletti nella Rappresentanza Sindacale Unitaria avevano ottenuto i maggiori consensi tra gli operai, aveva indetto una assemblea per fare il punto della situazione e proseguire l’agitazione.Per tutta risposta la direzione ,per impedire l’assemblea,aveva chiamato i carabinieri che avevano portato il responsabile di questo sindacato fuori dai cancelli.Bene hanno fatto i lavoratori a scendere in sciopero contro questa azione antisindacale e,a distanza di una settimana,il gioco è risultato chiaro:la  “disponibilità” dell’azienda nell’incontro con il governo pretendeva che i presidi davanti agli stabilimenti Electrolux fossero tolti e impedite assemblee fastidiose in modo da far passare poi la seconda parte dell’accordo che abbiamo descritto sopra.

  Questo fatto gravissimo è stato fatto passare sotto silenzio ma occorre invece su questo una profonda riflessione.Non soltanto si è tentato di impedire il diritto di assemblea e di sciopero con l’intervento dell forze dell’ordine ma è stato condotto un attacco alla libertà sindacale almeno per ora prevista dalla Costituzione .La costituzione ed anche lo Statuto dei lavoratori  benchè questo sia stato in parte snaturato non prevedono sindacati di serie A e sindacati di serie B lasciando libera scelta ai lavoratori .Se passa il concetto che il diritto di assemblea,di sciopero e di organizzazione sindacale è concesso da parte delle aziende solo a certi sindacati con cui vengono firmati certi accordi e non ad altri che quegli accordi non accettano,nonostante come gli altri abbiano iscritti e siano eletti ndai lavoratori,i diritti fondamentali dei lavoratori vengono calpestati,sarà il padrone,com’è nella logica del padronato, a scegliersi il sindacato.

  Nel momento in cui ,nella trattativa che si è tenuta al Ministero dello sviluppo economico ed in altre sedi,un sindacato viene tenuto fuori dalla porta nonostante rappresenti una parte dei lavoratori e nessuno si oppone,non siamo più in democrazia,siamo in una dittatura strisciante.E se questo fatto al momento può far comodo a certi dirigenti dei maggiori sindacati per evitare qualche voce fuori dal coro,in futuro,come è già accaduto per alcune categorie vedi FIOM ma domani potrebbero essere i sindacati dei pensionati completamente ignorati dal governo Renzi,in futuro gli si ritorcerà contro.

 Ci sono fatti la cui importanza riguarda tutti i lavoratori,tutto il mondo del lavoro e quanto successo a Solaro è uno di quei fatti.La lotta per il lavoro si è sempre accompagnata alla lotta per la democrazia,nei luoghi di lavoro,nelle scuole,nella società.

Ormai il gioco della multinazionale Electrolux è chiaro,prendere più incentivi possibili,spremere i lavoratori il più possibile,l’errore fu quello di cedere gli ex-stabilimenti Zanussi senza garantire una presenza dei produttori nazionali e del governo nazionale e con determinate condizioni da rispettare.L’errore è anche che non esistono regole all’interno della Unione Europea che impediscano alle multinazionali di comportarsi come dei predatori,ma gli errori si possono correggere con la lotta dei lavoratori e con scelte politiche coraggiose che difendano il lavoro italiano.L’unica vera alternativa di lungo respiro alla strategia di Electrolux è quella di rilevare gli stabilimenti della multinazionale e ricreare un polo nazionale degli elettrodomestici associando i produttori del settore e tutte le ricche competenze che esistono nel nostro paese.

 

                                                                                             dal nostro corrispondente

 

 

 

 

 

La grande manifestazione del 7 marzo dei lavoratori dell’Electrolux

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Venerdì 7 marzo si è tenuta una grande manifestazione dei lavoratori del gruppo Electrolux che si è conclusa con un comizio davanti allo stabilimento di Porcia in provincia di Pordenone,alla manifestazione erano presenti anche lavoratori degli altri stabilimenti di Susegana,Treviso, e di Solaro,Milano .Non è stato facile organizzare una manifestazione che unisse i lavoratori del gruppo che ha stabilimenti in quattro regioni italiane ma questo obiettivo è stato raggiunto ed anche il collegamento importante con le aziende dell’indotto che producono per la Electrolux anch’esse colpite dai piani dell’azienda si è rafforzato.

Tutto questo ha un preciso significato e cioè che intanto si è vinta una battaglia,quella dell’unità dei lavoratori Electrolux e che la manovra della multinazionale svedese di dividere i lavoratori con il cosiddetto piano di verifica dei 4 stabilimenti che serve soltanto per far passare gli esuberi è fallita. In altre situazioni anche recenti di grandi gruppi industriali c’è stata l’illusione che,difendendo il singolo stabilimento ,si potessero salvare i posti di lavoro anche con accordi sindacali diversi ma l’esperienza ha dimostrato il contrario e la manifestazione di Porcia ha dimostrato la consapevolezza dei lavoratori del gioco dei padroni Electrolux.

Dal palco gli interventi hanno ribadito che solo la lotta dei lavoratori dei 4 stabilimenti Electrolux in Italia può respingere i ricatti aziendali su licenziamenti, salario, sull’aumento dei ritmi .

Molto applaudito da tutti i presenti oltre agli interventi dei delegati dei vari stabilimenti,dei vari amministratori locali,del Presidente della Regione Friuli Venezia-Giulia,di lavoratrici di Porcia,anche  l’intervento del delegato di Solaro che con forza ha sottolineato come sia importante  per una soluzione positiva di  questa vertenza l’unità di tutte le forze in campo, senza discriminazioni o divisioni artificiose che fanno solo l’interesse della controparte.

L’unità di tutti i lavoratori è fondamentale così come una strategia di lungo respiro sul futuro del gruppo per sconfiggere i piani di questa come di altre multinazionali abituate a sfruttare i lavoratori dei paesi in cui sono presenti e a servirsi dei contributi in servizi e infrastrutture che ottengono in quei paesi. Per correttezza di informazione occorre dire che non a tutti è chiara l’importanza dell’unità e che è sbagliato non accettare la presenza di altri lavoratori soltanto perchè non sono iscritti ai sindacati di maggioranza ,in questo caso il comportamento di un sindacalista dello stabilimento di Porcia nei confronti della rappresentanza del sindacato Confederazione Unitaria di Base venuta dallo stabilimento di Solaro è andato purtroppo in senso contrario.

Per parte nostra ci sembra corretto,proprio per tutelare gli interessi dei lavoratori e garantire una vera democrazia , riaffermare che la critica a certi accordi o a certe linee sindacali è un diritto di tutte le associazioni sindacali  indipendentemente se un sindacato è più forte degli altri e che se le critiche sono giuste sono anche necessarie per evitare errori fatti in passato a svantaggio dei lavoratori. 

La lotta dei lavoratori dell’Electrolux è importante perchè può uscire una prospettiva nuova in cui, con un piano industriale in cui siano parte attiva anche i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali e con precise garanzie nero su bianco tra governo e multinazionale che impediscano la delocalizzazione,non solo non ci siano esuberi ma si rilanci un settore,quello degli elettrodomestici,che ha grande importanza per l’economia del nostro paese.

Per questi motivi questa lotta è un insegnamento per tutto il mondo del lavoro e non può restare isolata. Il governo Renzi non può più rinviare le questioni davvero importanti per il paese e stupisce che il neopresidente del Consiglio non abbia trovato 5 minuti quando è andato di recente a Treviso per incontrare una delegazione dei lavoratori dell’Electrolux. La questione principale oggi nel paese è stabilire una strategia industriale che definisca i settori strategici,gli investimenti necessari,le regole da far valere e rispettare in Europa perchè le multinazionali non possano agire indisturbate e perchè venga vietata la concorrenza sleale in termini di salari e di sgravi fiscali .

Se vogliamo tutelare i posti di lavoro che abbiamo e crearne di nuovi questa è la strada da percorrere e invece abbiamo l’impressione che il governo sia in altre cose affacendato.

E’ stato detto  nel comizio dalla Serracchiani che la soluzione per il gruppo Electrolux non può essere quella di un accordo in cui,con un po’ di soldi pubblici,si tiri avanti per un paio d’anni per poi ritrovarsi al punto di partenza ma  ci saremmo aspettati impegni più precisi e una critica ai continui rinvii da parte del governo attuale nell’affrontare la questione.

Due cose sono importanti: è importante che i lavoratori e le rappresentanze sindacali ,sfruttando le loro competenze,facciano le loro proposte sul futuro di Electrolux senza dare una delega in bianco a nessuno;è importante se davvero si vuole fare di questa vertenza un caso nazionale che anche i lavoratori e le rappresentanze sindacali degli altri grandi gruppi come ILVA o FIAT o Fincantieri ma anche di altre aziende importanti della piccola e media industria uniscano le loro lotte in modo da creare una grande vertenza nazionale a difesa e sviluppo dell’industria del paese.

 

dal nostro corrispondente