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Siria nodo cruciale

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di Paola d’Angiolini

La guerra che imperversa in Siria, affamando e distruggendo intere città e regioni e provocando centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi interni ed esterni al paese, si aggrava con l’intervento di sempre nuovi contendenti.
Il cessate il fuoco , concordato a Monaco tra USA e Russia,ha incontrato notevoli difficoltà.Sono ripresi i contatti tra Kerry e Lavrov per concordare la tregua tranne che contro le organizzazioni definite terroristiche dall’ONU,cioè il Daesh,ovvero lo stato Islamico dell’Iraq e del Levante,e al-Nusra,ci saranno trattative poi con tutti gli altri:coinvolti nella guerra siriana sono ormai,apertamente o di fatto,USA,Russia,Francia e Gran Bretagna,Iran,Turchia,Arabia Saudita,Iraq,Israele.

Gli USA hanno fomentato e poi tentato di addestrare e manovrare politicamente l’opposizione armata in Siria, ma hanno dovuto riconoscere che il gioco è sfuggito loro di mano (dichiarazioni di Kerry e Brennan in marzo 2015: meglio tenersi Assad, non abbiamo nessuno per noi affidabile sul terreno). Le potenze coloniali nella regione, Francia in Siria e Gran Bretagna in Iraq, dopo il crollo dell’impero ottomano nella prima guerra mondiale tracciarono confini e instaurarono regimi secondo i loro interessi, in particolare petroliferi, e pretendono tuttora di avere un ruolo.
Devono però subordinarsi agli interessi imperialisti degli USA, e questo ha costretto Cameron a una grottesca giravolta, dal voler bombardare Assad al bombardare Daesh.

Assad, sostenuto da Putin politicamente e militarmente, ha chiamato in aiuto gli alleati libanesi (Hezbollah) e iraniani (che già operavano di fatto in Iraq col generale Soleimani). Ai conflitti in Iraq e Siria si è poi aggiunto l’intervento dell’Arabia Saudita nella guerra civile in Yemen; reintegrare il presidente deposto è un pretesto dato che i termini del conflitto sono essenzialmente interni alle tribù yemenite e alle confraternite religiose al loro interno. Gli sciiti del paese si sono schierati con l’ex presidente sunnita, e sono in contrasto sia con l’Iran che con l’Arabia Saudita. La ragione vera è che la monarchia saudita vuole sfidare l’Iran, che dopo l’accordo sul nucleare si riaffaccia sulla scena internazionale.

Infine la Russia è intervenuta direttamente in Siria con massicci bombardamenti aerei.Occorre considerare che la NATO è ormai da anni ai confini terrestri europei della Russia,dai paesi baltici alla Polonia,all’Ungheria ecc.,tutti governi che le sono ostili , lo scontro in Ucraina orchestrato dagli USA incancrenisce senza soluzione e inoltre la NATO controlla il Bosforo con la Turchia. La Russia ha interessi economici oltre che politici in Siria, l’unico alleato storico rimasto loro in Medio Oriente dopo la caduta del muro di Berlino, e soprattutto le due basi siriane di Tartus e Latakia sono le uniche a disposizione della flotta russa nel Mediterraneo.

C’è poi il problema del petrolio: l’Arabia Saudita continua a riversarlo in quantità nel mercato mondiale, incurante del continuo calo di prezzo; ora sta arrivando quello iraniano dopo l’accordo sul nucleare, mentre gli USA continuano a perseguire l’autonomia energetica con lo shale gas e lo shale oil; nel Mediterraneo orientale, di fronte all’Egitto, a Gaza, a Israele e alla Siria ci sono enormi riserve di petrolio e gas naturale (in Siria le prospezioni le avevano fatte i francesi, e questo spiega il loro interventismo attuale per avere spazio nel dopoguerra).
Chi ci perde in tutto questo è proprio la Russia che, gravata dalle sanzioni americane ed europee per la crisi ucraina, non riesce più a vendere il suo gas a prezzi remunerativi; questo ha già portato in passato, nell’era Eltsin, al fallimento economico.

Turchia e Arabia Saudita prospettano ora l’intervento aereo, e minacciano quello sul terreno. Israele fomenta da sempre le divisioni nel mondo arabo circostante, accusando di terrorismo chiunque le si oppone. Il suo obiettivo è annientare il regime siriano che si era opposto con le armi, e con gli alleati Hezbollah, al suo controllo sul Libano, indebolire il più possibile l’Iran e lasciare nel caos l’Iraq. E’ opera sua la propaganda martellante che presenta tutti gli scontri politici e militari in Medio Oriente esclusivamente come una guerra tra sunniti e sciiti.
Alleate di fatto sono Turchia e Arabia Saudita, che si atteggiano a paladine della ortodossia islamica per imporsi come potenze regionali contro l’Iran, schiacciando le differenze etniche e religiose come i curdi e i cristiani e scalzando il Daesh per imporre un “Suristan”, una Siria debole e fondamentalista a loro sottomessa.

Intanto milioni di profughi sono affluiti in Libano, Giordania e Turchia, altre centinaia di migliaia affrontano il mar Egeo e i confini europei, e ultimamente sono ammassati al confine – serrato – con la Turchia. Ormai circa metà della popolazione siriana è fuori dal paese, e nessuno sa se e quando almeno parte di essi potrà tornare in patria. Questa situazione complessa e drammatica ha come vittime principali i popoli, prima di tutto quelli siriano,iracheno e curdo; la possibilità di avere finalmente un reale autogoverno è sempre più remota per loro come per i palestinesi. Ma un’altra vittima sono i popoli europei, costretti a fronteggiare l’emergenza di un flusso di profughi imponente come dopo una guerra mondiale, e a vivere con la guerra permanente presso il confine sud, il Mediterraneo.
Gli USA stanno tentando di raffazzonare una qualche sorta di coalizione ma di fatto ognuno interviene con la propria guerra ,la Turchia bombarda i turchi,gli USA bombardano le forze di Assad,la Russia bombarda le forze ostili ad Assad,solo marginalmente viene colpito il Daesh.

La pace, quella vera e non la tregua tentata a Monaco né tramite i contatti fra Obama e Putin, può venire solo dalla vittoria delle ragioni dei popoli: libertà politica e religiosa, autogoverno senza ingerenze esterne, parità di diritti nei rapporti e negli scambi internazionali. Non si potrà raggiungerla finché permane l’ostilità reale, al di là delle parole, fra la superpotenza USA e l’ex superpotenza Russia in cerca di rivalsa,entrambe si propongono come forze di pace ma in realtà la pace non si è mai ottenuta con i bombardamenti e la vera posta in palio è il controllo della Siria. Non si potrà raggiungere la pace finché l’Europa continuerà a non avere voce per fermare gli interessi coloniali di Francia e Gran Bretagna al seguito di Wall Street e del Pentagono.Non saranno certo gli eurocrati a farlo ,è compito dei popoli europei imporre una nuova politica che esiga innanzitutto il ritiro dalla Siria di tutte le forze militari straniere.

Sui fatti di Parigi e sull’ISIS

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di Iglis Restani

Su alcuni foglietti deposti sui marciapiedi nei luoghi degli attentati accanto ai fiori c’era scritto “Le nostre morti,le vostre guerre”.Questa ci sembra purtroppo l’amara verità,la morte di decine di persone,soprattutto giovani,alle cui famiglie va tutto il nostro cordoglio e la nostra vicinanza per il loro dolore,una morte senza avere alcuna responsabilità di guerre decise al di sopra delle loro teste e delle nostre teste di cittadini .
Come impedire allora nuove vittime innocenti,nuovi attentati?Come dare sicurezza alle popolazioni europee ? E cosa fare per sconfiggere quelle guerre ?
Ci sono due aspetti da considerare .Il primo è che i terroristi si richiamano allo stato islamico. Noi non sappiamo cosa sia davvero questo stato islamico ,se è una rivendicazione da parte di popolazioni che abitano tra Siria e Iraq di avere un proprio stato o se è l’occupazione di gruppi armati di quei territori con l’appoggio esterno di altri paesi. Il popolo curdo da molti anni lotta per aver riconosciuto un proprio stato ma non ha per questo condotto attacchi terroristici nelle città europee. Sappiamo però che le grandi potenze imperialiste da quando fu sciolto l’impero ottomano dopo la prima guerra mondiale hanno sempre concepito il mondo arabo come un mondo da mantenere diviso e mettendo un paese contro l’altro .Sta qui la radice delle continue guerre che hanno dilaniato e continuano a dilaniare questi paesi e cioè sul fatto che le potenze coloniali hanno sfruttato questa divisione e fomentato conflitti .Alcuni di questi paesi,come la Siria e l’Iraq furono concepiti come protettorati francesi e inglesi con confini geografici approssimativi e il successivo inserimento dello Stato d’Israele dopo la seconda guerra mondiale complicò ulteriormente il quadro. Sappiamo che a suo tempo le potenze occidentali ,USA in primis,hanno addestrato gruppi armati come Al Qaeda per combattere la penetrazione dell’URSS in Afghanistan ,gruppi armati che in seguito sono poi sfuggiti al controllo . Sappiamo anche che gli ultimi interventi in quest’area da parte degli USA ,Francia e Inghilterra hanno poi reso ancor più disastrosa la situazione. Per far fronte alla loro crisi economica infatti hanno pensato di abbattere governi in Iraq,Libia,adesso in Siria per ristabilire un pieno controllo delle risorse e delle vie commerciali presenti in questi paesi e per farlo si sono appoggiati alle forze tribali più retrive. In Iraq ad esempio,nel periodo di Saddam Hussein che era sunnita,gli sciiti ma anche i cristiani occupavano posti di responsabilità in quanto prevaleva la laicità dello stato.L’eliminazione anche fisica di Saddam Hussein con il pretesto che era un dittatore e l’invasione dell’Iraq ha al contrario contrapposto tra di loro le popolazioni di diverso credo religioso ed ha distrutto lo stato.In particolare la popolazione di fede sunnita si è trovata priva di una sua entità politica. Secondo alcuni cronisti le persone legate al regime di Hussein incarcerate dagli americani durante la loro occupazione si scrivevano sugli elastici delle mutande i reciproci recapiti e una volta usciti dal carcere si sono collegati tra loro.Ecco da dove nasce il problema ISIS.Che poi sia l’Arabia saudita o siano gli emirati arabi a finanziare le milizie dell’ISIS o servizi segreti occidentali è in un certo senso secondario,il vero problema è che aver distrutto l’Iraq e cercare oggi di distruggere la Siria o di spartirla,aver bombardato le città iraqene e siriane ,ha creato in tutta quell’area un risentimento che trova nell’ISIS e nel califfato sunnita una espressione politica.Ricordiamoci che anche in Iran,dopo la caduta dello scià ci fu un richiamo alle autorità religiose degli ayatollah come simbolo di unità della popolazione.
Si proclama adesso la guerra all’ISIS ,lo stato islamico che attualmente si è costituito su parte della Siria e parte dell’Iraq. Basterebbe rendere nota la lista dei paesi che acquistano petrolio da questo,che in pratica vendono armi a questo attraverso altri paesi,che finanziano questo, per smascherare questa miserabile recita.In questa lista c’è la Francia,paese la cui popolazione è oggi presa di mira e c’è anche l’Italia ,la Fimeccanica vende infatti ufficialmente armi per 3 miliardi di euro l’anno.
Se anche le milizie dell’ISIS fossero annientate il problema non sarebbe risolto,chi parla degli stivali sul terreno sta solo difendendo le multinazionali del petrolio e delle armi,ma sta anche portando ad uno scontro armato dagli sviluppi imprevedibili nonché ad una recrudescenza degli attentati terroristici. Occorre poi considerare che gli attentati terroristici non hanno colpito soltanto l’Europa ma che il numero maggiore delle vittime si ha nei paesi arabi,in Afghanistan,in paesi dell’Africa come il Mali ed è molto probabile che anche in altre regioni dell’Asia avvengano in futuro azioni del genere
E qui veniamo al secondo aspetto. C’è nei nostri paesi europei un forte disagio sociale,una confusione ideologica,una mancanza di prospettive per il futuro,tutte cose che colpiscono e influenzano soprattutto le nuove generazioni. Questo senso di insoddisfazione e di ribellione può tradursi in una azione politica cosciente per cambiare in positivo le cose,pensiamo al maggio francese ad esempio,ma in mancanza di un progetto politico chiaro può anche trovare in alcuni strati una adesione a modelli di tipo politico-religioso come quello del califfato .Questo vale in particolare là dove sono concentrati giovani provenienti da paesi africani e arabi e che hanno mantenuto una cultura ed una religione diversa dalla nostra.
In altri articoli abbiamo espresso il nostro giudizio sul terrorismo le cui azioni colpiscono indiscriminatamente la popolazione ,abbiamo detto che è una pratica che non appartiene all’esperienza di lotta né del movimento operaio né dei movimenti di liberazione. Nella storia recente dell’Italia abbiamo potuto verificare che il terrorismo non soltanto non ha portato alla liberazione delle masse come proclamato ma ha favorito il mantenimento del potere della grande borghesia,le leggi speciali antidemocratiche e le manovre delle grandi potenze per avere una influenza sul nostro paese.
Dietro questi gruppi operavano i servizi segreti di potenze straniere e ognuna di queste cercava di trarne vantaggio. Se i giovani delle banlieu parigine si sentono discriminati ,non possono pensare di migliorare la loro condizione richiamandosi alla religione dei paesi di origine ma al contrario integrandosi con i giovani francesi così come se fossero in Italia con i giovani italiani,cercando di cambiare qui,in Europa,le cose,come cittadini europei. Perciò devono assolutamente rifiutare i metodi terroristi e rifiutare l’uso ideologico della religione. I gruppi di terroristi che hanno insanguinato Parigi hanno ucciso in realtà dei giovani come loro .I finanziatori del terrorismo vogliono solo servirsi di questi giovani per i loro sporchi fini.
Quindi rifiuto dell’intervento armato in Siria e in Iraq da parte dei paesi occidentali sotto qualsiasi forma compresa quella di un intervento armato deciso dal Consiglio di sicurezza dell’ONU,rifiuto del terrorismo come metodo di lotta che fa il gioco della reazione.
L’Europa se vuole essere credibile come interlocutore pacifico verso il Medio Oriente e l’Africa e nello stesso tempo occuparsi della sicurezza dei cittadini europei deve necessariamente mettere al bando ogni mira egemonica e neocoloniale ,quindi la coalizione per andare in Siria a bombardare e ad occupare territori è contraria agli interessi dei popoli europei.
Quello che si sta profilando in quell’area con il richiamo ad un accordo tra USA,Russia ,Francia è di fatto una spartizione, in una visione coloniale e non nella giusta visione che soltanto ai popoli di quei paesi spetta decidere del proprio assetto politico , le spartizioni nella storia anche recente ,vedi Jugoslavia,non hanno certo impedito le guerre. C’è un solo accordo possibile:il ritiro senza condizioni di tutte le truppe straniere,la cessazione totale dei bombardamenti,la chiusura del traffico delle armi.
Sta perciò a noi cittadini europei far sentire la nostra voce prima che vengano prese decisioni reazionarie scendendo a manifestare in strada,creando una opinione ostile alle politiche adottate fino ad oggi e una mobilitazione in grado di far cambiare scelte ai governi europei.
Nel contempo occorre una lotta molto ferma contro le ideologie errate che stanno dietro il terrorismo e questo richiede un impegno deciso e concreto anche da parte di tutti i cittadini italiani.