Alcune osservazioni sui contenuti politici

 di Iglis Restani

 L’assemblea di Roma del 17 dicembre ha presentato alcune novità rispetto a quella precedente del 1 ottobre : dal nome , che ora è NO DEBITO-NO MONTI , ad indicare una opposizione all’attuale Presidente del Consiglio individuato come esecutore della politica stabilita dalla banca centrale europea , alle iniziative programmate per i mesi di gennaio e febbraio .I comitati nodebito parteciperanno infatti allo sciopero indetto dai sindacati di base il 27 gennaio , a quello della FIOM l’11 febbraio e organizzeranno due manifestazioni contro il debito una a Milano e l’altra a Napoli .

Soprattutto vi è stato , a partire dalla relazione di Cremaschi e nei vari interventi , un approfondimento del dibattito e una maggior definizione delle posizioni . In particolare , oggetto della discussione è stato il primo punto dei 5 che compongono la piattaforma , quello del non pagare il debito .

Avendo partecipato ad entrambe le assemblee , faccio queste osservazioni all’insieme della discussione , tenendo conto che il debito , inteso come l’insieme del debito pubblico e del sistema finanziario , è in parte debito che proviene dall’esterno e in parte dall’interno. Parliamo intanto di quello che proviene dall’esterno anche se dovremo comunque porci il problema di quanta sia la spesa pubblica improduttiva nel nostro paese a partire dai costi della burocrazia dello stato che la manovra del governo Monti , per non dire governo Monti-Napolitano , non ha toccato . Come è noto, i tagli sono stati fatti alle pensioni e ai redditi medio-bassi .

Innanzitutto ritengo necessario e utile ribadire che la crisi finanziaria che si è poi trasferita al sistema produttivo è partita dalle grandi banche e dai grandi fondi di investimento americani .

Perchè ribadire questo concetto ? Perchè il grande capitale finanziario anglo-americano ha il comando delle operazioni finanziarie e gli altri si devono adeguare , questo è il succo di quanto sta accadendo nel mondo e quindi le altre monete , in particolare l’euro , o si allineano o continuerà l’attacco .E’ lui il nemico principale ma affermare questo non significa che la Banca Centrale Europea non è contro i lavoratori europei . Significa che le sue decisioni , che la lettera inviata a luglio al governo Berlusconi ,non solo hanno un contenuto antipopolare ma che hanno anche accettato un diktat che viene dall’esterno , dagli USA , i cui interessi sono diversi dall’Europa . Perchè proprio la dipendenza che esiste in vasti settori in Europa nei confronti degli USA porta a tacere sulla responsabilità che questi hanno avuto ed hanno nella crisi e quella delle grandi banche europee a loro collegate .C’è una questione di cui nessuno parla più e coè che alcune di queste grandi banche di vari paesi europei , compresa l’Italia , hanno nei loro conti quantità di titoli tossici americani . Ancora oggi , a distanza di 4 anni dal crollo della Lheman Brothers i lavoratori , i cittadini europei non sanno quanti e dove sono questi titoli tossici che sono come un cavallo di Troia dentro l’Europa .Questo è debito americano , quando si dice che non si deve pagare il debito , bè questa è sicuramente una parte di quel debito che non si deve pagare .

C’è poi un’altra versione di come a mio avviso si vuole influenzare la politica italiana da un punto di vista di uomini politici americani e che è stato introdotto in un intervento nell’assemblea del 17 a Roma . E’ quella per cui la critica , condotta devo dire in modo impeccabile alla BCE e alla diminuzione della sovranità nazionale dei paesi europei , arriva però alla richiesta della fine del sistema dell’euro . Attenzione , con tutte le critiche che possiamo portare all’euro, questo potrebbe essere un trabocchetto , abbellito da belle parole ma in definitiva funzionale al dollaro ed al capitale finanziario americano , se proprio un domani si dovesse decidere di abolire l’euro lasciamo che siano gli europei , i popoli europei a sbrigare la questione . Detto questo occorre vedere la questione della banche anche da un altro punto di vista , quello della recessione che è stata giustamente chiamata in causa nel corso del dibattito e arrivo ad un’altra osservazione .

Le banche , come le industrie, fanno profitti, è il loro mestiere .In Italia ci sono 3, 4 grandi banche che controllano in complesso l’80 % del sistema bancario , che poi sono quelle più legate alla finanza internazionale e che troviamo presenti tra i ministri delgoverno Monti. Ci sono poi piccole banche più legate ai sistemi produttivi locali e che si trovano in difficoltà ad erogare credito alle piccole e medie industrie . Possiamo metterle sullo stesso piano di Unicredit o di BancaIntesa ?

Una delle cause della recessione è il prosciugamento della liquidità per riassestare il patrimonio delle banche nonchè il debito pubblico dello stato , i 30 miliardi racimolati da Monti e presi in buona parte dai lavoratori e pensionati non hanno messo in sicurezza gli italiani, sono serviti a tenere in piedi , al momento , le grandi banche .Anche il prestito alle banche europee di quasi 500 miliardi deciso dalla BCE in questi giorni va in questo senso . Come sappiamo , i lavoratori non hanno oggi la direzione dell’economia e quindi ,se vogliamo non solo difendere i posti di lavoro ma anche di crearne dei nuovi per i giovani , bisogna trovare il modo che il credito arrivi alle aziende. Per questo mi pare sensato dire che è più giusto indirizzare la lotta contro le grandi banche, contro il grande capitale finanziario , contro le grandi multinazionali , trovare invece delle convergenze , anche se momentanee , con quegli istituti di credito legati al territorio , alle piccole e medie industrie .La mancanza di regole nella globalizzazione permette inoltre sia al capitale finanziario internazionale che alle grandi multinazionali di spostare il capitale sottratto ai lavoratori a proprio piacimento e di evadere le tasse e questa , assieme alla delocalizzazione , è una questione fondamentale che il nostro paese e l’Europa nel suo insieme deve affrontare . Lotta da collocare all’interno di un piano più vasto di difesa e di sviluppo della industria e delle attività produttive , alternativo a quello che sta preparando il ministro Passera , su cui occorre lavorare e che può diventare non solo l’arma decisiva per attaccare il debito pubblico , ma il punto di riferimento per quella massa di giovani chenon trovano lavoro oltre che per quelli che il lavoro lo stanno perdendo .Non pagare il debito poi deve significare anche non far pagare la crisi ai cosiddetti soliti noti , cioè i lavoratori dipendenti Un ribaltamento della tassazione che oggi è al 20% sulla rendita finanziaria e 40 % e più sul lavoro , per cui le trattenute sulle buste paga si riducono al 20 % e quelle sulle rendite finanziarie vanno al 40% ,è un punto assolutamente necessario per ridare potere d’acquisto ai lavoratori , comprensibile e che può tradursi in azioni concrete e organizzate .

Un’ultima osservazione , senza polemica .In un dibattito che è entrato nelle questioni , l’impressione ricavata in queste due assemblee è che buona parte degli interventi faccia riferimento ad un modo di pensare se non di una ideologia che vede il blocco capitalista come un un tutto indifferenziato , in cui non esistono contraddizioni da sfruttare a vantaggio delle masse popolari . Come detto i nemici da battere sono le grandi banche , le grandi multinazionali ,la politica della BCE , la politica del Fondo Monetario Internazionale attraverso cui , anche se la presidenza viene lasciata agli europei ,gli USA vogliono continuare a controllare le finanze mondiali . Non vedere , accanto ai lavoratori ed ai giovani che diventeranno lavoratori , che anche altre categorie vengono colpite dalla crisi significa perdere dei potenziali alleati contro il nemico principale .Occorre allora porsi una domanda : è meglio che queste categorie vengano dalla nostra parte o è meglio che vengano risucchiate dal grande capitale ?

L’anno che ci aspetta si preannuncia come un anno in cui verranno persi posti di lavoro .In situazioni di grave crisi economica è inevitabile che nascano contrasti tra lavoratori italiani e lavoratori immigrati , tra cittadini italiani e cittadini provenienti da altri paesi ed anche all’interno degli stessi lavoratori italiani, ad esempio quando nelle aziende si apre la mobilità la legge ” favorisce ” chi è sposato con figli e quindi sono sfavoriti i giovani e i single .

Sono problemi che vanno affrontati con grande serietà e maturità , anche perchè si apriranno polemiche su chi alimenta il razzismo e cose di questo genere .Polemiche che possono servire a nascondere i veri responsabili della crisi e da cui il movimento nodebito che si vuol creare , e che deve unire il popolo contro questo debito, dovrebbe tenersi lontano .