“Giro giro tondo, io giro intorno al mondo, le stelle d’argento costan cinquecento, centocinquanta e la Luna canta, il Sole rimira la Terra che gira, giro giro tondo come il mappamondo… “ LINK: http://www.archiviokubrick.it/opere/film/2001/hal9000.html

di  Pasquale  Felice 

Il suggestivo montaggio fatto recentemente dalla nota trasmissione televisiva BLOB, che mostrava Mario Monti, il primo ministro dell’attuale governo italiano, durante la famosa conferenza stampa di una domenica sera del mese di dicembre, mentre parlava e spiegava i contenuti del cosiddetto “decreto salva Italia”, è un’immagine emblematica e significativa di quanto sta accadendo nel nostro Paese. La “voce” non era quella di Monti ma quella di Hal il robot-computer di bordo che è stato programmato per comandare, all’insaputa dell’equipaggio, sulla navicella spaziale del bellissimo film “2001 odissea nello spazio” del regista Stanley Kubrick.

Una grande trovata di BLOB che meglio di qualsiasi altra cosa esprime il ruolo e l’azione del “freddo” e “grigio” Professor Mario Monti; anche Crozza su La 7, ha imitato Monti come se fosse un robot. Altri ancora l’hanno definito, molto efficacemente, “drone”, proprio vedendo le distruzioni e le macerie che stanno ricoprendo il Paese a seguito dei noti provvedimenti del governo.

Un governo tecnocratico , che non è stato eletto dal popolo e che ha messo perciò in crisi la cosiddetta democrazia parlamentare, che sta impossessandosi dei nostri risparmi, del nostro futuro di lavoratori e pensionati, per salvare le borse alle banche e alla grande finanza. Da un lato, come già detto, la nomina a superministro (Infrastrutture, Sviluppo e Industria) del banchiere Corrado Passera, nonché di consulenti di banche quali Fornero, Gnudi, ecc., testimonia i legami di questo governo con il mondo della finaza. Dall’altro , sul piano della politica estera , conferma l’allineamento del nostro paese a quella degli USA , basti pensare alla nomina dell’ex ambasciatore a Washington Terzi come ministro degli Esteri

Ma la nomina ancora più sorprendente è quella è quella del ministro della Difesa, con l’incarico all’Ammiraglio Giampaolo Di Paola. Nelle democrazie occidentali, in tempo di pace (!?!), non si era mai visto che un militare in servizio diventasse ministro della Difesa. Di Paola, tra l’altro, ricopre una delle più alte cariche militari della Nato, essendo capo del Comitato Militare, ed in questo incarico risulterebbe aver coordinato i bombardamenti in Libia.

Scrive Gianandrea Gaiani, direttore della rivista “Analisi di Difesa”, sul link: http: www.analisidifesa.it/anno12/numero124/testata/ita/indice.htm del 5 dicembre 2011, che riporta un articolo dal significativo titolo “TEMPO DI SALDI AL DISCOUNT ITALIA?”: «Per decenni l’Italia è stata un Paese a “sovranità limitata” con una politica estera e di Difesa coordinata e in molti casi imposta dai nostri principali alleati e soprattutto dagli statunitensi. Dal dopoguerra non era però mai successo che il nostro Paese si trovasse guidato da un “governo d’occupazione” che rispondesse direttamente alle “potenze occupanti” come accade oggi con il cosiddetto governo tecnico imposto dai franco-tedeschi e dalla nomenklatura della Ue e messo insieme dal Quirinale consultandosi anche con la Casa Bianca che ha suggerito i ministri di Esteri e Difesa. Due figure di sicura fede atlantista come l’ambasciatore a Washington Giulio Terzi e il chairman del Comitato Militare della Nato, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola. Uomini idonei a garantire che l’Italia resterà un fedele alleato dell’America e manterrà i suoi impegni militari in Afghanistan. Nella sua prima audizione in Parlamento, Di Paola ha infatti confermato questo impegno mentre il titolare della Farnesina (ormai un mito per la stampa italiana perché usa Twitter) ha esordito sulla crisi iraniana dichiarando che “l’Italia sostiene con piena convinzione il piano di sanzioni economiche nei confronti dell’Iran annunciato dall’Amministrazione statunitense”. Più appiattiti di così! Dopo l’attacco all’ambasciata britannica a Teheran, Terzi ha ritirato il nostro ambasciatore nonostante sul piano commerciale l’Italia abbia molti interessi in Iran.»

Proprio per meritarsi “fiducia e sostegno” da Merkel e Sarkozy, scrive oltre G.Gaiani: «il professore ha accettato di trasformare l’Italia in un bel discount grazie all’impegno ad abrogare la “golden share”, il meccanismo che ha finora permesso allo Stato di conservare il controllo di aziende strategiche nei settori energetici di energia, comunicazioni e difesa: Eni, Snam rete gas, Enel, Telecom e Finmeccanica. Una questione di libertà di mercato sottolineano alla Ue e alla Bce, dove le pressioni sull’Italia in tal senso sono fortissime ma dove nessuno sembra aver fretta di demolire meccanismi simili presenti in Germania, Francia e altri Paesi dell’area euro per impedire “scalate” agli asset strategici nazionali.» Per poi concludere il suo interessante articolo con la seguente considerazione: «il nostro Paese è oggi in mano a poteri forti stranieri e non certo amichevoli. Non si spiega infatti perché le banche italiane siano sotto osservazione dalla Bce ma non lo siano invece quelle tedesche e francesi che, a differenza delle nostre, sono letteralmente zeppe di titoli-spazzatura. Molte banche greche, altro Paese sotto occupazione, sono in svendita e i grandi gruppi bancari internazionali sono già pronti a mangiarsele. Probabilmente molto presto i professori ci diranno sobriamente che le nostre aziende e banche vanno vendute agli stranieri, sacrificate sull’altare della riduzione del deficit e nel nome di un liberismo che è ufficialmente un dogma per tutti ma che i forti non applicano in casa loro e i deboli subiscono. Dopo aver fatto man bassa al “discount Italia” le potenze occupanti potrebbero anche farci tornare a votare, come un lander tedesco o un dipartimento d’oltremare francese.»

C’è da dire in realtà che la politica italiana , dal dopoguerra ad oggi è sempre stata condizionata da fattori internazionali. La formazione di molti governi, che comprendeva determinati ” aiuti ” economici , veniva concordata con le amministrazioni americane così come , nel rispetto degli accordi tra le allora due superpotenze USA e URSS , al Partito comunista italiano veniva permesso il governo in alcune regioni. Considerare poi il governo Monti una emanazione diretta del direttorio Merkel-Sarkozy non corrisponde alla realtà . Questo governo tecnocratico si è formato sicuramente in base alle pressioni di organismi internazionali, della Banca Centrale europea, e dei governi di Francia e Germania, ma esprime anche interessi di una certa finanza cattolica nonché della Chiesa che hanno contraddizioni con questi due paesi.

Ciò detto, le cosiddette misure per la crescita, messe a punto dal governo Monti, aggraveranno le conseguenze del saccheggio del Paese e concorreranno al peggioramento del benessere della popolazione, gli effetti depressivi dell’ennesima manovra non potranno essere sopportati dai pensionati e dai lavoratori e dalle loro famiglie.

Per anni, in particolare dalla svendita nei primi anni 90 di pezzi della nostra industria per entrare nella moneta comune che avrebbe poi portato all’euro , abbiamo assistito passivamente al formarsi di un’Europa che trasformava il Sud-Europa nell’area “vacanze”, smantellando le manifatture esistenti, a ciò, naturalmente, ha contribuito la globalizzazione che di per se ha significato liberalizzazioni, privatizzazioni, delocalizzazione dei siti produttivi, sia pubblici che privati.

Questa politica ha impoverito anche il nostro Paese, perché il lavoro è diminuito, ma ha anche invecchiato il Paese, proprio a causa del peggioramento conseguente delle condizioni economiche, che ha impedito e/o rimandato, per i giovani, il diritto di mettere su casa e famiglia, anche perché altre situazioni negative si sono aggiunte, quali conseguenze delle ridotte opportunità di lavoro e di questo impoverimento del Paese, ossia la riduzione delle tutele lavorative (contratti lavoro, salario, precarietà, ecc.) e dello stato sociale (pensioni, sanità, scuola, ecc.), vissute sulla propria pelle, doppiamente, sia come lavoratori che come cittadini.

Tutto ciò oggi è ancora più grave, alla luce della presente crisi economica finanziaria, perché il Paese non ha più, come nel passato, il controllo della politica monetaria, né tanto meno il controllo del credito, avendo delegato il tutto all’Unione europea. Ed oggi la UE e l’Euro sono sotto l’attacco che viene da oltre Atlantico, dal condizionamento del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, proprio a causa della cosiddetta globalizzazione liberista, che vuole distruggere il modello europeo dello stato sociale, proprio per impossessarsi delle risorse ad esso destinato, che vuole distruggere l’euro quale moneta alternativa al dollaro, che vuole più complessivamente distruggere l’identità europea, attraverso parametri economici/finanziari, scaricandone su di essi la propria crisi. Che la globalizzazione statunitense sia in crisi lo dimostrano la crescita e lo sviluppo di altri poli mondiali, definiti con l’acronimo BRICS, per sfuggire a questa decadenza vorrebbero far pagare le spese ai popoli e paesi europei.

Una risposta a questo stato di fatto non viene dunque dal “tartassamento” del governo Monti, oppure dalle lettere della BCE, bensì da quelle azioni “politiche”, oggi contrastate e combattute dalla finanza e dal globalismo liberista; ad iniziare dalla lotta alle delocalizzazioni, riportando a casa le industrie e tornando a produrre in proprio; riportando l’agricoltura nei campi e tornando ad una sana alimentazione mediterranea legata all’industria alimentare; favorendo una politica di protezione del sistema produttivo interno ma anche europeo; impedendo ai paesi europei più forti di impadronirsi delle imprese più valide negli altri paesi, anzi, nel rispetto della sovranità, integrarle in un piano europeo più generale che comprenda, evidentemente, delle riforme strutturali e istituzionali dell’Europa stessa, in vista di un rilancio di nuova autonoma politica di riorientamento geopolitico, che la rafforzi e che le permetta il distacco dall’influenza statunitense.