ci è pervenuto il saluto letto al funerale del compagno Pesce dall’ avvocato giuslavorista e filosofo di Brescia Antonio Carbonelli.

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Avevo conosciuto Osvaldo nel 2015, a margine delle vertenze giudiziarie che avevamo promosso in tutta Italia per cercare di contrastare gli effetti infami del governo Monti-Fornero sul pensionamento dei ferrovieri. 

Purtroppo, come è accaduto anche in altre occasioni, la via giudiziaria, da sola, non è stata sufficiente: probabilmente in altri tempi, quando i ferrovieri erano in grado di bloccare l’Italia prima di Natale o delle ferie estive, l’esito sarebbe stato ben diverso. La via giudiziaria e quella dell’azione sindacale devono andare di pari passo. 

L’ultima volta che ho sentito Osvaldo è stato il 30 agosto scorso, quando mi ha telefonato per chiedermi un parere, poi ci siamo scambiati dei saluti via e.mail a metà settembre.

Ricordo in particolare due cose che lo colpivano. 

Primo, l’enorme crescita economica della Cina negli ultimi quarant’anni con lo sviluppo di contraddizioni molto simili a quelle che vediamo da noi , e di questo Osvaldo era molto colpito.

Secondo, lo interessava il fatto che nei miei interventi io parli di Marx, anche se propongo una rettifica alla teoria del plusvalore contenuta nei quattro volumi del Capitale: Ho sentito parlare di Marx! disse una volta Osvaldo nelle conclusioni di un convegno. E anche di questo era colpito, nel nostro tempo di deserto intellettuale. 

Dunque sono contento di poter essere fra voi questa mattina.