C’è un solo modo per far fronte alla necessità di vaccinare l’intera popolazione mondiale contro il covid 19 , un solo modo per farlo in tempi utili che precedano le mutazioni del virus ,quello di dare la possibilità a tutti i paesi di produrli a casa propria.
Se invece, come accade al momento,la produzione resta in mano alle grandi multinazionali farmaceutiche ,soltanto alcuni paesi potranno vaccinare le loro popolazioni mentre gli altri aspetteranno in coda con altre centinaia di migliaia di morti.
Al 12 di marzo,secondo i dati forniti da Rainews,su circa 335 milioni di vaccini somministrati in tutto il mondo ,più del 70% riguardava soltanto 10 paesi con al primo posto gli USA con più di 100 milioni somministrati,52,5 la Cina,45 la UE, 26 l’India,24 la Gran Bretagna.
Tutti i discorsi sulla difesa della popolazione mondiale, dell’umanità nel suo complesso ,sulla lotta comune alla pandemia che avrebbe dovuto ruotare attorno all’Organizzazione Mondiale della Sanità, in una gara di tutti i paesi con maggiori possibilità economiche e scientifiche a mettere a disposizione brevetti,finanziamenti,personale sanitario, si sono rivelati parole al vento.
Niente di tutto questo sta avvenendo e soprattutto i paesi poveri pagano le maggiori conseguenze.
Come era ampiamente prevedibile la questione dei vaccini è diventata invece una questione di supremazia economica e politica dove chi vaccina per primo potrà ripartire prima con la produzione e strappare agli altri quote di mercato. Questa è la logica ferrea,inevitabile,del capitalismo. Il vaccino contro il covid 19 è diventato dunque un’arma politica strategica.
Negli USA, nel piano anticovid emanato di recente dall’amministrazione Biden, sta scritto chiaramente che i vaccini verranno dati in futuro ad altri paesi solo nel surplus americano, Biden stesso si è avvalso di una legge sulla sicurezza nazionale,Defence Production Act, per esercitare un controllo sulle esportazioni delle multinazionali farmaceutiche americane e ha imposto a due di queste una collaborazione per aumentare la produzione. Il neoeletto presidente americano ha anche emanato un ordine esecutivo per verificare le forniture in 4 settori strategici :semiconduttori, batterie elettriche,farmaci e terre rare con l’obiettivo di ottenere il ciclo produttivo completo negli USA in questi settori e non dipendere dalle importazioni.
Per il vaccino Pfizer-BioNTech ad esempio servono 280 materiali che sono realizzati da 86 fornituri in 19 paesi ( Corriere della Sera 24 marzo ) ed è questo il problema principale che sta a monte della produzione tanto è vero che ,come ricordava sempre l’articolo del Corriere,il responsabile dello Serum Institute of India che sta producendo milioni di dosi AstraZeneca, ha detto a un dibattito della Banca Mondiale che una legge degli Stati Uniti impedisce l’esportazione di materiali chiave per i vaccini e ciò crea colli di bottiglia seri nella produzione.
La maggior parte dei vaccini prodotti nel mondo appartiene attualmente come è noto a 3 multinazionali farmaceutiche ,Pfizer ,Moderna e Astrazeneca cui si è aggiunta Johnson & Johnson, 3 di queste sono americane e Astrazeneca,che ha sede a Cambrige, si sta dimostrando legata da un lato alle decisioni del governo britannico dall’altro all’autorizzazione che ancora le manca per entrare nel mercato americano ,tenendo conto che il governo americano aveva finanziato questa multinazionale anglo-svedese con 1 miliardo e 200 milioni di dollari. E’ sempre bene ricordare che il mercato mondiale dei vaccini anticovid è valutato decine e decine di miliardi e che quindi esiste un problema di spartizione tra le multinazionali.
Nessuna di queste multinazionali ha finora onorato gli impegni presi con la Commissione Europea ,le quantità consegnate nel primo trimestre sono meno della metà del previsto e le consegne avvengono con il contagocce sfruttando le clausole dei contratti maldestramente accettati dai rappresentanti della Commissione Europea. La scoperta di un grosso carico nello stabilimento Catalent di Anagni commissionato da Astrazeneca, fa parte del gioco internazionale in cui alcuni paesi vogliono avvantaggiarsi rispetto ad altri.
Esiste dunque un problema di approvvigionamento che chiama in causa il rapporto tra Unione Europea,Gran Bretagna e Stati Uniti d’America .Con questi ultimi c’era stata una video-chiamata tra Biden e Von der Leyen che ha poi portato all’incontro tenutosi l’8 marzo tra il commissario UE al Mercato interno Breton e il coordinatore per la lotta al Covid negli USA Jeffrey Zients ,incontro conclusosi con un nulla di fatto. La dichiarazione del francese Breton ,secondo cui l’Europa non ha bisogno dello Sputnik V, suona però come un volersi presentare il garante dei voleri americani e mette in difficoltà le posizioni di Italia e Germania più aperte al vaccino russo.
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Anche se non viene detto apertamente, è in corso una dura trattativa sotto traccia tra l’amministrazione Biden e l’Unione Europea su almeno tre capitoli: il North Stream cui si oppongono da sempre gli USA,, l’apertura della Ue ai rapporti commerciali con la Cina, la concorrenza tra il consorzio Airbus e il colosso dell’areonautica Boeing, e nell’incontro avuto con il Consiglio Europeo, il presidente americano è stato esplicito verso gli europei soprattutto sui primi due punti, l’Europa deve allinearsi agli USA nell’attacco alla Cina. L’attacco in precedenza contro Putin era diretto non solo a impedire acordi tra la UE e la Russia ma soprattutto contro la Cina e dunque a ricordare agli stati europei che la loro politica estera deve avere il permesso di Washington. Dunque Biden si è guardato bene dal prendere impegni di fornire all’Europa una parte del surplus dei vaccini quando negli USA sono ferme,in attesa dell’approvazione dalla autorità sanitaria federale, almeno 30 milioni di dosi Astrazeneca.
Sta di fatto che l’Unione Europea ,che pure ha sul suo territorio numerose aziende che producono i vaccini per conto delle 4 grandi multinazionali principali le maggiori delle quali sono situate negli USA, dipende nei tempi e nelle quantità delle forniture da loro e deve aspettare in coda,questa è la realtà.
Come uscire dunque da questa situazione di dipendenza strategica sui vaccini e di ricatto più o meno sotterraneo sulle scelte politiche che l’Unione Europea si trova ad affrontare ?
Innanzitutto così come USA e Regno Unito hanno imposto un divieto all’esportazione di vaccini o di componenti prodotti sul loro territorio come ha rilevato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel , l’Unione Europea dovrebbe fare altrettanto verso tutti gli stabilimenti che producono vaccini-covid nei paesi dell’Unione . L’obiettivo verso cui sembra puntare la commissione europea ed il governo italiano,ottenere le licenze dalle big Pharma per avviare la produzione dei vaccini esistenti in stabilimenti propri dei paesi europei,se da un lato potrebbe risolvere in parte le esigenze della vaccinazione, dall’altro non garantirebbe affatto l’indipendenza sanitaria strategica dell’Europa. E abbiamo visto purtroppo che senza questa indipendenza le conseguenze sulle attività economiche , sulla scuola e sulla vita delle persone sono state e continuano ad essere disastrose.
Per questo l’obiettivo principale è mettere al primo posto da subito un progetto comune europeo per la produzione di uno o più vaccini sotto il diretto controllo dell’Agenzia Europea per i medicinali.
L’Unione Europea deve assolutamente recuperare il ritardo colpevole nell’affrontare la pandemia. Mentre Trump nella primavera del 2020 aveva investito 10 miliardi di dollari nei vaccini,mentre il governo britannico dopo il disastro iniziale della cosiddetta immunità di gregge aveva investito centinaia di milioni di sterline,mentre altri paesi come Russia e Cina sviluppavano i loro vaccini,la Commissione europea non investiva e mercanteggiava sui prezzi.
L’esperienza della pandemia ha dimostrato che ,di fronte a questi eventi, l’Unione Europea deve assolutamente dotarsi di una autorità centrale in grado di prendere tutte le decisioni in campo sanitario , che ora sono invece affidate ai singoli stati,in modo da dare le risposte unitarie necessarie.
Questa autorità non può che essere formata da rappresentanti del personale sanitario dei vari paesi con elezioni dal basso .
Occorre un vaccino anticovid interamente prodotto in Europa,occorrono forti investimenti nella ricerca e per la produzione autonoma in Europa dei vaccini, per questo auspichiamo un comitato europeo di coordinamento degli organismi di massa che operano per la salute pubblica. In Italia ci sono sia le ricerche avanzate in alcune case farmaceutiche in Lazio e Toscana,sia a Mantova e in Emilia le fabbriche per produrre i vaccini e così in altri paesi in Europa . I lavoratori,i tecnici,gli scienziati italiani ed europei che operano in questo ambito possono avere un ruolo determinante per raggiungere questo obiettivo.
I.R.